Manco da tanto, lo so.
E non ho scuse.
Non ho cambiato casa, e neanche marito.
Non ho vinto al superenalotto.
Non sono partita all'improvviso alla scoperta di mondi sconosciuti.
Non ho adottato un altro gatto, nè altri animali.
Non ho avuto nessuna malattia, neanche un semplice raffreddore.
E ho cucinato, tanto e continuamente....
E ho mangiato e bevuto....
E ho sperimentato, approvato e bocciato...
E ho fotografato, paesaggi soprattutto, alla disperata ricerca di geometrie come da compito assegnato....
Ho fatto tante, troppe cose, senza avere il tempo di sedermi e scriverci su...ma alla fine eccomi qui, e per ri-cominciare ho scelto di affidarmi alla mai troppo celebrata Ada Boni ed ai suoi maritozzi al burro.
La ricetta è tratta da "Il talismano della felicità": io ho raddoppiato le dosi e apportato qualche piccolo cambiamento, che riporto tra parentesi.
Il procedimento invece è invariato rispetto all'originale nella sostanza, ma nella forma riassunto con parole mie....:-D
MARITOZZI AL BURRO - RICETTA
(dosi per 24 maritozzi)
Ingredienti:
400 gr di farina (per me 200 gr di manitoba e 200 gr di farina 00)
100 gr di burro(morbido)
6 cucchiai di zucchero (per me 100 gr più due cucchiai)
50 gr di lievito di birra (per me 35 gr)
2 cucchiai di pinoli (per me 40 gr)
7/8 cucchiai di uvetta sultanina (per me 120 gr)
2 uova
2 cucchiai di scorzetta d'arancia candita ( io l'ho omessa)
un pizzico di sale
Procedimento:
Sciogliere il lievito di birra con poca acqua tiepida (60/80 gr), unire 100 gr di farina e formare, mescolando con un cucchiaio, una pasta morbida. Coprire e porre in un luogo riparato a lievitare per circa 15/20 minuti.
Sul piano di lavoro fare la fontana con la restante farina, e nel mezzo porre la pastella lievitata, le uova, lo zucchero (100 gr), il burro, un pizzico di sale e un paio di cucchiai d'acqua ( o anche qualcuno in più): impastare e lavorare fino ad avere una pasta morbida e liscia, da lasciare lievitare in un luogo riparato ben coperta per circa un'ora.
Trascorso questo tempo rovesciare la pasta ormai ben gonfia sul piano di lavoro leggermente infarinato e maneggiandola sapientemente unire i pinoli e l'uvetta sultanina precedentemente fatta rinvenire in acqua tiepida, strizzata e asciugata.
Quando questi elementi saranno ben distribuiti nell'impasto suddividere quest'ultimo in 24 piccoli panini (io in questa operazione ho utilizzato la bilancia: in questo modo ho ottenuto maritozzi di uguali dimensioni), e disporli sulle placche del forno rivestite di carta forno ben distanziati, cercando di dar loro una forma ovale e leggermente schiacciata ( in questo non sono stata bravissima, ahimè...)
Lasciar lievitare (sempre in un luogo al riparo da correnti d'aria) per un paio d'ore.
Quando saranno ben gonfi e lievitati accendere il forno: Ada Boni raccomanda che sia caldissimo, perchè i maritozzi devono cuocere in sei o sette minuti al massimo, dal momento che una permanenza di durata superiore in forno produrrebbe una crosta che priverebbe i maritozzi della loro proverbiale morbidezza.
Io ho regolato il termostato del mio forno (ventilato) sui 220°, ho atteso che raggiungesse la temperatura e i maritozzi sono giunti a cottura in 8 minuti, senza alcun effetto secondario sgradevole (vedi crosta)...ovviamente ho cotto una teglia per volta, ponendola a metà del forno.
Appena estratti i maritozzi dal forno spennellare la superficie di ciascuno con uno sciroppo denso ottenuto sciogliendo i due cucchiai di zucchero in pochissima acqua (1 o 2 cucchiai al massimo): effettuare questa operazione generosamente, eventulmente incrementando la quantità dello sciroppo.
Rimettere i maritozzi nel forno tiepido (spento) per qualche minuto per far asciugare lo sciroppo.
Attenzione: uno tira l'altro......!!!!!!
I maritozzi che ho sempre mangiato a Roma (con una generoso ripieno di panna) non avevano nè uvetta nè pinoli: sul web ci sono ampie disquisizioni sull'argomento, su quali realmente siano le origini di questo dolce e quali ingredienti debba comprendere.
Io non cercherò di dipanare la matassa, non ne ho le competenze: sappiate solo che questi maritozzi sono buonissimi e morbidissimi, e che noi e i nostri amici li abbiamo apprezzati sia come dolce da colazione da intingere nel latte sia come dessert postprandiale debitamente ripieno di panna e anche di nutella: in nessuna delle declinazioni ci ha deluso ;-D.
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